Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

venerdì 13 febbraio 2015

IL 18 FEBBRAIO "TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO" ALLA LIBRERIA MONDADORI DI CATANIA

Mercoledi 18 febbraio alle ore 18,30, presenterò “Tutto quell’amore disperso” a Catania, presso la libreria Mondadori (ex cinema Diana), in via Umberto 13. A conversare con me, questa volta, due amici: l’avvocato-scrittore Salvo Cavallaro (con cui ho spesso condiviso la scena nelle varie iniziative denominate “La Sicilia che scrive”), la cui ultima raccolta di racconti s'intitola “Date da mangiare ai pesci” (Carthago), e il regista, produttore e sceneggiatore Alessandro Marinaro. Quest’ultimo, dopo tanti cortometraggi, documentari e videoclip, ha recentemente scritto e prodotto il film “Mauro c’ha da fare” diretto da Alessandro Di Robilant e si è anche tolto la soddisfazione di vincere il primo premio all'"Italian Contemporary Film Festival" di Toronto con il suo ultimo mediometraggio, “Buongiorno sig. Bellavista”. Nel 2013 un suo racconto ha vinto il premio "Racconti nelle rete" ed è stato incluso nell'omonima antologia pubblicata da Nottetempo. Con lui potrò certamente rievocare le mie esperienze nell’ambito video-cinematografico, confluite in un paio di capitoli di quest’ultimo romanzo. Come il mio alter-ego Carlo Piras, fu proprio all’Università di Catania, sul finire degli anni ’90, che feci il mio primo tentativo di produrre un film, mai portato a termine: la sceneggiatura di quel film interrotto è riprodotta quasi fedelmente, in un vertiginoso gioco di specchi tra le mie vicende, quelle di Carlo Piras e la loro trasposizione artistica. Dal materiale girato trassi uno dei primi corti, dal titolo “Anche gli insetti sognano”, proiettato in diverse occasioni pubbliche ma ora come ora seppellito nei miei cassetti (e non ho al momento grande voglia di tirarlo fuori, onestamente).

domenica 8 febbraio 2015

PRESENTAZIONE DEL LIBRO OGGI A SORTINO

Una nuova presentazione di “Tutto quell’amore disperso” si terrà oggi 8 febbraio a Sortino alle 19,30, presso la sala “I libri di Morfeo”, sede dell’omonima associazione culturale, in piazza Cappuccini 2. A conversare con il sottoscritto saranno lo scrittore e counsellor Matteo Pugliares (clicca qui per saperne di più) e lo psicopedagogista Nuccio Giaccotto

martedì 3 febbraio 2015

LA RASSEGNA STAMPA DI "TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO"

"Mi sono sempre piaciuti, mi piacciono, sempre mi piaceranno i romanzi che mescolano in modo sapiente donne indimenticabili e citazioni musicali.
In questo romanzo, ad esempio, il protagonista trova qualcosa di un personaggio femminile in un disco dei CCCP dal romantico titolo Epica Etica Etnica Pathos. Mi sembra già parecchio significativo, come accostamento.
E poi, in questo romanzo, c’è una ragazza che vuole riuscire a sedurre ogni forma di vita organica, ragazzi, ragazze, cani, gatti. Una che non si accontenta di sentirsi dire “ti amo”, no: vuole che quelle due parole vengano accompagnate dalla rinuncia contemporanea a un’altra ragazza.
Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate.
La migliore combinazione del mondo, dopo vodka e martini."
Gianluca Morozzi, dalla prefazione al volume

"Luca Raimondi va alla scoperta di una generazione all’alba della crisi. L’atteggiamento numero uno è l’ironia, non senza una certa fede nel domani. Questo romanzo è uno spasso: intrattiene, diverte e solleva un sacco di domande: chi siamo? cosa ne è stato di quel che volevamo essere?" 
Marina Bisogno, "Satisfiction"
http://www.satisfiction.me/tutto-quellamore-disperso/

"Tutto quell’amore disperso” è l’ultimo libro di Luca Raimondi. Un giovane scrittore che si cimenta con passione nella materia letteraria. Che si sporca le mani. Potrei dire che “Tutto quell’amore disperso” è un libro perfetto, ma non lo dirò. Io credo che Luca possa fare ancora molto. Il che non significa che questo libro non è bello o non è ben scritto. Anzi. La mia antipatia nei confronti di Carlo ne è la riprova. Ha creato un personaggio credibile, se avesse creato una macchietta non ce l’avrei così tanto con lui (Carlo). Eppure sento che sotto il motore ci sono cavalli in più che Luca non ha ancora sfruttato. Io vi dico: leggete “Tutto quell’amore disperso” e ditemi cosa ne pensate. Vi dico: fate un tuffo nel passato e ritornate agli anni in cui tutto sembrava di vitale importanza. Luca vi sta portando lì.
Gianluigi Bodi, "Senzaudio"
http://senzaudio.it/tutto-quellamore-disperso-luca-raimondi/

Cosa te ne fai di tutto quell’amore disperso? È la domanda che sembra farsi il protagonista del nuovo romanzo di Luca Raimondi. Carlo Piras l’avevamo incontrato anche in Se avessi previsto tutto questo, il rappresentante di una generazione cresciuta con la musica dei Verve, quella degli anni Novanta. Le turbe però sono sempre le stesse e Raimondi le descrive molto bene attraverso le parole del suo protagonista. Nessun filtro a parole e pensieri. Carlo non conosce ancora bene la differenza tra sesso e amore. Se c’è. Poi ci sono Sophia e Nathalie, che sembrano tanto il diavolo e l’acqua santa. Due tentazioni per l’indeciso Carlo, che rappresenta perfettamente il turbamento di un (quasi) uomo in un periodo storico in cui la sfacciataggine femminile sta iniziando a farsi vedere e le donne iniziano a comportarsi proprio come gli uomini. Difficile non identificarsi in Carlo, Edoardo, Sophie o Natalie. E la reazione del lettore, quello che negli anni Novanta ci ha sguazzato, non può essere che un sorriso: a volte amaro, a volte bonario, ma sicuramente pieno di vecchi ricordi. Un sorriso che sembra dire: “I Verve, bella storia”. 
Serena Calabrò, "Mangialibri"
http://www.mangialibri.com/node/16504

"Dopo “Se avessi previsto tutto questo“, ritorna a parlarci di Carlo Piras, giovane universitario alle prese con il teatro della vita e con la sua crescita. 
I suoi amici? Forse ci sono, forse li ha persi. Forse non li ha mai avuti. Sapete, non tutti sono in grado di affrontare i problemi; alcuni se li lasciano scivolare addosso, altri li interiorizzano e ci rimuginano per settimane. Carlo lo sa bene… 
Non tutti sono bravi attori, molti ci provano, fingono, ma il palcoscenico della quotidianità non permette loro di realizzare nulla. Appartenere ad un partito, schierarsi, essere precari o avere un posto fisso non serve a nulla, quando si è soli. Quando ci si riflette. Quando si ha paura di amare. Forse si può recuperare? Forse ascoltando un brano musicale ci si illude di essere più vicini alla donna appena lasciata…Sofia…Forse basterebbe una lettera per dimostrarle di essere cambiati e maturati; oppure si ha solamente bisogno di concretizzare i propri pensieri su carta, in una sorta di auto-aiuto. 
Dopo un inizio un tantino incerto, per il genere che solitamente leggo, mi sono ritrovata commossa. Seduta sulla spiaggia accanto a Carlo e Sofia, in grado si comprendere i loro reciproci sentimenti. Tutto quell’amore disperso. Un viaggio introspettivo, tenero e forte allo stesso tempo, nel quale tutti ci possiamo immedesimare. Un percorso che è anche biografico, se pur modificato e rivisto. 
Com’è faticoso avere amici, concedersi agli altri, fidarsi, farli entrare nella nostra vita. Com’è difficile amare, ammettere i propri errori, crescere e trovare la strada migliore. 
La musica può lenire le ferite, a volte. Può fare da colonna portante attorno alle parole dell’autore. 
Grazie a Luca Raimondi per aver condiviso questi pensieri con noi. 
Lo consiglio. Buona lettura."

"Luca Raimondi apre il suo cuore e con "Tutto quell’amore disperso" ci dona una storia semplice ma non scontata. Chi ha detto che le cose semplici non possono prendere una piega imprevista? Si chiama vita… Un amore complicato, una società che muta pelle come un serpente, senza preavviso, un repentino contropiede del cuore che, purtroppo, può portarci alla più sonora delle sconfitte. 
Una storia che è un po’ diario, un po’ sfogo e un po’… qualcosa che vi colpirà, ve lo garantisco. Un libro da leggere sottovoce, senza pregiudizi o richieste, un amico che vi parlerà senza bisogno di avere nulla in cambio, soltanto un po’ della vostra attenzione. 
E un sorriso si dipingerà sul vostro volto…"

"Il romanzo suscita freschezza di idee, originalità. È la storia di Carlo Piras, studente disturbato da un senso di inadeguatezza esistenziale. Che si manifesta nelle relazioni interpersonali. Con le donne non la spunta, con gli uomini nemmeno. Una storia d’amore travagliata. Sbrindellata, difficile da ricomporre. Certamente una storia di universitari, aspiranti filosofi, alle prese con le incertezze del proprio avvenire."
Alessandro Mascia, "Webmarte"
http://www.webmarte.tv/news/25124/tutto-quellamore-disperso-del-figlio-unico


Carlo discute spesso con Sofia, in un dialogo che si trasforma in scontro fra una sinistra caparbia e vagamente marxista, e il suo qualunquismo: «la mia è davvero una generazione-Playstation» (p. 145). Discussioni che partono da pretesti ma che in realtà riflettono due personalità opposte trovatesi in una inaspettata attrazione reciproca, in una coppia mal assortita eppure in qualche modo vincente. Un amore troppo giovane, troppo inesperto. E chi non l’ha vissuto? Qualsiasi donna legga questo libro non può che trovarsi risolutamente dalla parte di Sofia, del suo vedere il mondo in bianco e nero, del suo amare così genuino, e delle lettere che scrive a Carlo; sono lettere vere, non possono che esserlo, piene di sentimento e tormenti esistenziali che tutti noi abbiamo provato. E poi perché, in questo romanzo, il vero personaggio è lei: anche se manca fisicamente in molte pagine, è lei che permea tutta la storia e che fa “crescere” – forse una volta per tutte – Carlo.
Francesca Delli Carri, "Excursus"
http://www.excursus.org/letteratura/alla-disperata-ricerca-di-se-stessi-e-di-un-amore-impossibile

Luca Raimondi mette in scena conflitti e psicomanie universali, come la condizione dei figli unici che non crescono mai. Colti dalla sindrome di Peter Pan, giocano tutta la vita ma a differenza di Peter Pan, senz’allegria ma in perfetta e malinconica solitudine. Sofia, la ragazza da cui Carlo si separa per tentare relazioni più facili con Monica, Natalie, altro non è che il riflesso del suo egocentrismo, del suo bisogno di uno specchio che possa mostrargli i graffi sul suo corpo. Con questo ritorno all’origine dei suoi problemi e alla sua natura, il protagonista ritrova la percezione del suo essere “un animale in crescita”, sublimando l’angoscia di una storia ancora tutta da scrivere nella domanda: “Che ne abbiamo fatto del nostro avvenire?”
Maria Cristina Ruggieri, "Parole a colori"
http://paroleacolori.com/tutto-quellamore-disperso-luca-raimondi/