Per uno scrittore di "romanzi di formazione" che di mestiere fa il pedagogista, non ci può essere occasione più stimolante di un incontro con i ragazzi di un liceo. Ad invitarmi, il Liceo Polivalente Quintiliano, (il cui dirigente è Giuseppe Mammano) in occasione del progetto "Freedom Writers", un laboratorio che si
propone di stimolare negli studenti la capacità di scrittura e la competenza
linguistica.
Saranno due le date che mi vedranno relatore: il 4 dicembre affronterò il tema "Il testo letterario e la messa in scena: la scrittura teatrale e cinematografica", mentre giovedi 18 parlerò proprio del mio genere preferito, "Il Bildungsroman. L'adolescente e il romanzo di formazione". Un genere particolare, che nel Novecento ha un po' cambiato pelle rispetto ai nobili precursori (primo fra tutti il Wilhelm Meister di Goethe) e che ho affrontato a modo mio già dal mio esordio, "Cerniera lampo" (scritto insieme a Joe Schittino) e sviluppato con maggiore consapevolezza in "Marenigma", "Se avessi previsto tutto questo" fino all'ultimo "Tutto quell'amore disperso".
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