“Sicilia Nìura” è raccontare l’Isola usando una nuova chiave di lettura, quella del noir siculo; unire le idee e le forze degli autori che hanno la voglia e la passione di fare gruppo insieme ai fondatori dell’omonimo collettivo. Una scrittura nìura, come la pietra catanese; nìura come la storia della terra che racconta.
Con il breve racconto "Veri amici" sono presente nell'antologia "Sicilia niura. Orchestrazioni imperfette", con la prefazione di Gaetano Savatteri (per i pochi che non lo sanno, il creatore di Saverio Lamanna, protagonista della serie narrativa e televisiva Màkari). Ho l'onore di trovarmi in una compagine di grandi nomi del genere, da Domenico Cacopardo a Eleonora Carta, da Sebastiano Ambra ad Alberto Minnella, da Cristina Marra a Domenico Seminerio, passando da Pergiorgio Di Cara, Luciano Modica, Eleonora Lombardo, Giuseppina Norcia, Elvira Siringo e il fido "vero amico" Giuseppe Maresca (tutti già collaboratori delle mie antologie di horror siculo edite da Algra, per cui mi sento comunque a casa).
Disponibile già dall'estate, l'antologia sta cominciando in questo periodo una massiccia presenza a festival e rassegne, grazie soprattutto allo zelo dei suoi quattro curatori (oltre ad Ambra e Minnella, anche Rosario Russo e Gaudenzio Schillaci).
Il mio racconto prende ispirazione da una mia remota esperienza presso la casa circondariale di Piazza Lanza, a Catania, dove quasi vent'anni fa ebbi modo di prestare servizio di tirocinio nell'ambito della mia seconda laurea in Scienze dell'educazione. Un educatore è infatti, nel racconto, interlocutore di un omicida. Ma il vero protagonista è forse una terza sinistra figura che potrebbe provenire dai meandri di una nota canzone dei Pink Floyd... un amico, un "vero" amico, in una società incupita e maligna che forse non ne concede più.
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