Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

martedì 15 dicembre 2015

DAL 19 DICEMBRE LA SETTIMA EDIZIONE DELL'ARES FILM FESTIVAL

Dal 19 al 30 dicembre avrà luogo a Siracusa la settima edizione dell'Ares Film Festival...sono uno dei tre giurati, assieme al bulgaro Tsanko Vasilev e al serbo Miomir Rajcevic. Abbiamo visto gran bei lavori, quelli in concorso che anche voi potrete vedere a partire dal 26 dicembre. 
Il 19, dopo la conferenza stampa, sarò tra i relatori dell'incontro-dibattito "I linguaggi dell'inchiesta: cinema, giornalismo, letteratura e giurisprudenza". 
Ringrazio Antonio Casciaro, direttore artistico della manifestazione, per avermi coinvolto in questa splendida manifestazione.

domenica 1 novembre 2015

ALL'ARCI DI SIRACUSA OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI

Nella sede dell’ Arci di piazza Santa Lucia n. 20, questa domenica, a partire dalle ore 19 si ricorderà Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla tragica fine, avvenuta nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo di Ostia. A parlare della sua figura di poeta, scrittore, regista e polemista ci sarò io, assieme al professore Francesco Ortisi e al giornalista Carmelo Maiorca in una conversazione a più voci inframmezzata dagli interventi teatrali dell’attore Roberto Disma e da alcuni brani cantati da Daniele Vitagliano accompagnato alla chitarra da Lorenzo Giannì. Pasolini è stato un grande intellettuale che ha segnato profondamente la vita culturale italiana, e molte delle sue riflessioni problematiche e appassionate durano nel tempo e testimoniano l’attualità del suo pensiero. Al suo ruolo di sceneggiatore e di cineasta della "Trilogia della vita" ho dedicato un fortunato saggio, "Nient'altro che un sogno" (2005). Della sua vocazione pedagogica ho scritto in "Il pensiero pedagogico di Pier Paolo Pasolini"(2006), la cui riedizione è reperibile in ebook su Amazon con il titolo "Per un'educazione corsara e luterana". 

domenica 18 ottobre 2015

UNA LETTERA DI LUANA

Luana Iacono, che ha recitato nello spettacolo tratto da "Tutto quell'amore disperso" (incarnando in maniera splendida il ruolo di Natalie), ha voluto mandarmi una mail con la sua opinione sul romanzo. Poiché non si tratta del solito pigro giudizio telegrafico che ricevo dai più (del tipo "è bello", "è noioso", "è sublime", "mi è piaciuto", "potevi far di meglio" etc. etc.), ma è invece una vera e propria recensione, una disamina critica degna di lettura, mi fa piacere condividerla sul mio blog.

Ciao Luca,
ho finito di leggere il tuo romanzo. Piacevole la parte iniziale, profusa da parole che sembrano tratteggiare un vento di malinconia. Incisiva la parte che introduce l’esperienza universitaria e relazionale di Carlo Piras. Un momento cruciale che evidenzia un Carlo alla ricerca di sé stesso, della propria autenticità e dei sentimenti più profondi che hanno inciso qualitativamente la percezione che ha di sé, ma ancora di più la percezione che ha di sé stesso  nella relazione  con l’altro e con l’amata Sofia. In quasi tutto il romanzo emerge un bisogno irrefrenabile di accettazione, allora, la conferma e il sentimento dell’altro nei suoi confronti appare decisamente un fattore necessario. La musica, le parole, il cinema, i copioni, divengono per lui il solo mezzo per riuscire a comunicare e condividere quei sentimenti  che altrimenti  rimarrebbero celati nel silenzio, nell'aura silente in cui si è trovato a vivere da sempre come figlio unico. Inoltre, Sofia, questa ragazza dal carattere mite rappresenta non altro che il contenitore dei sentimenti più contraddittori di Carlo Piras. Una volta avuta può disfarsene immediatamente, una volta persa ne sente la mancanza. E poi c’è ancora Natalie, un altro oggetto d’amore, ma lei non potrà mai contenere tali sentimenti al massimo se ne fa burla. Le scelte amorose di Carlo sembrano appropriate per confermare uno stato di cose vissute, che vertono incessantemente verso una luce sinistra: quella della solitudine. Dal tono calante mi è sembrata la parte descrittiva che vede Carlo presentare il copione di sé stesso all'amico, dovuto,se vogliamo, alla banalità del contenuto e del dialogo. Mi rendo conto d'altronde che i riferimenti sono proprio i sentimenti di Carlo e questo non è altro che un ragazzo ventenne, dove il tutto dovrà essere compiuto. La parte finale, tra cui la lettera indirizzata a Sofia, è impregnata di dolcezza e poesia. Le parole sembrano dettate da una lunga riflessione, da un’introspezione che lascia intendere la chiara volontà di ricostruire quel legame che è stato distrutto dalla propria immaturità, da una condizione sentimentale acerba dovuta peraltro alla giovane età o probabilmente da quel richiamo alla solitudine. Dalla consapevolezza di poter migliorare e comprendere i propri sentimenti, ora Carlo è pronto a ripartire e ad amare.

martedì 29 settembre 2015

SUL "FOGLIO LETTERARIO" UN RACCONTO INEDITO CON PROTAGONISTA CARLO PIRAS

Per la prima volta ho il piacere e l'onore di collaborare con la rivista "Il Foglio Letterario", fondata a Piombino ben sedici anni fa dal mio editore Gordiano Lupi. Nel numero 4, che potete scaricare qui, tra i tanti nomi coinvolti c'è anche il mio. Ho contribuito tirando fuori dal cassetto il breve racconto di un episodio risalente agli anni scolastici di Carlo Piras, il mio alter ego letterario. Autobiografico? Si, certo. E avrebbe potuto far parte di "Se avessi previsto tutto questo", ma non ho voluto appesantire troppo il romanzo con quello che sarebbe stato un flashback (i miei pochi lettori ricorderanno ad esempio quello che apre il capitolo 3, pubblicato anche on line qui, ma nel romanzo ve ne sono anche altri).
Il mio racconto si intitola "Montecchi e Capuleti" e lo trovate a pagina 10. Buona lettura!


martedì 15 settembre 2015

SANTI PRICONE SU "NOTABILIS": LA PASSIONE PROFUSA DAI PROTAGONISTI DI "TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO" VALE 8 IN PAGELLA

Da sinistra verso destra: Alessio Albi, Pino Cultrera, Sergio Pillitteri,
Silvana Scrofani, Luana Iacono e Ismenia Amari
Sul sito della rivista NOTABILIS è apparsa una nota, a cura del giornalista Santi Pricone, relativa allo spettacolo tratto dal mio romanzo "Tutto quell'amore disperso", di cui riporto un estratto:
Sono diventate valuta troppo pesante le sillabe che compongono un “Ti amo” per poterle dispensare con leggerezza a chicchessia in un mondo in cui l’unica certezza rimasta sembra sia la consapevolezza di dover navigare ancora a lungo in un mare d’incertezze. Paura d’amare, che avvolge vorticosa la storia di Carlo (Alessio Albi) e Sofia (Ismenia Amari), personaggi nodali della piece “Tutto quell’amore disperso”, tratta dall’omonimo romanzo di Luca Raimondi e messa in scena nell’ex chiesa dei Cavalieri di Malta dall’associazione culturale “Dueppiù Per la città che vorrei” per la regìa di Silvana Scrofani. Non casualmente i membri della potenziale coppia sono figli unici. L’attrazione-repulsione per la solitudine è divenuta merce comune fra l’umanità del post twin towers: tanta la voglia di volgere lo sguardo e cercare rifugio in una torre d’avorio; altrettanto forte però il richiamo della comunità che necessita dell’amalgama degli individualismi per migliorarsi, anche quando la diffidenza tentenna dal trampolino prima di tuffarsi in quella piscina chiamata fiducia. Fattore che traballa nella storia di Carlo e Sofia, che non consumano la propria unione, con il “lui” della vicenda che si ritrova a naufragare in balìa delle malie di Natalie (Luana Iacono), maschera dietro la quale potremmo immaginare tanto un variopinto cartomante da tv locale di quart’ordine quanto un broker disonesto, oppure ancora un trafficante d’armi che poi sfila sventolando la bandiera iridata. Coccodrilli, pronti a spalancare le fauci approfittando dei moderni diluvi universali. Ma Carlo e Sofia scampano alle intemperie tornando insieme: i loro sguardi si sono affrancati da dubbi e fobie. Qualcuno, da qualche parte, deve pur ricominciare a marciare, sperando che il moto sia contagioso. Attori in scena per poco meno di 40 minuti, la durata giusta per consentire a ogni tipo di pubblico di articolare dentro sé il proprio essenziale punto di vista, senza tedio, sbadigli e distrazioni. Trattandosi di un laboratorio amatoriale e sperimentale, i tre protagonisti si accaparrano un bell’Otto per la passione profusa.
La nota prosegue poi dando fin troppo rilievo alla solitaria performance del classico "cavallo pazzo", il quale, forse stravolto dal caldo, prima ancora che cominciasse lo spettacolo ha urlato che rivoleva i soldi indietro (ben 5 euro...) perché non vedeva nulla. 
La mancanza di palco, data la natura intima della rappresentazione, non era di per sé un male, ma certamente le sedie avrebbero dovuto essere disposte diversamente: così non è potuto accadere causa concomitanza con la mostra organizzata dall'Università di Catania "Itinerari di luce attraverso le culture", dedicata al materiale prodotto nei laboratori per l'Expo. La sinergia, che probabilmente è sembrata accattivante tanto al Comune quanto agli organizzatori, ha intralciato non poco la corretta fruizione dello spettacolo soprattutto per chi era nelle ultime file. Ma come considerazione finale, sottoscrivo quella di Pricone: "Non guasta in questi casi quella dose di elasticità sufficiente a fare presenti le proprie rimostranze sottovoce, condite con una garbata esortazione a correggere il tiro in futuro." 
L'articolo originale di Pricone, nella sua forma integrale, lo trovate nella home page di Notabilis: www.notabilis.it

lunedì 14 settembre 2015

RIFLESSIONI A MARGINE DELLA VERSIONE TEATRALE DI "TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO"

Spettacolo sold out, o per meglio dire "tutto esaurito"...
Come forse alcuni di voi sanno, per diversi anni, oltre a scrivere romanzi e racconti, mi sono dedicato alla scrittura, alla produzione, alla direzione e realizzazione di cortometraggi per cui si potrebbe utilizzare l’aggettivo “amatoriale”. 
Prodotti insomma scaturiti più dalla mia passione che non da una consumata professione economicamente retribuita, anche se naturalmente con il tempo e lo studio ho accumulato esperienza e ho ottenuto dei risultati, partecipato a festival e collaborato con diverse professionalità e case di produzione. 
Ricordo quindi sempre con piacere il periodo in cui realizzavo queste opere prive di budget significativi, che si riuscivano a realizzare con fatica, avventurosamente, e si concretizzavano soltanto grazie a tanti amici e collaboratori altrettanto appassionati. 
Da sinistra: io, Sergio Pillitteri, Luana Iacono, Alessio Albi,
Ismenia Amari, Silvana Scrofani
L’11 settembre, presso la suggestiva ex Chiesa dei Cavalieri di Malta, ho presenziato allo spettacolo realizzato, appunto, da amatori e dalla mia premessa si dovrebbe desumere il fatto che non ho mai adoperato e non adopero l’aggettivo “amatoriale” in senso dispregiativo: gli amatori in questione erano i bravi e volenterosi partecipanti al laboratorio teatrale in seno all’associazione culturale “Per la città che vorrei” presieduta da Sergio Pillitteri, associazione che nel dicembre scorso ha organizzato una riuscita presentazione di “Tutto quell’amore disperso”, la prima delle tante, forse troppe, che hanno avuto luogo a Siracusa. Memori forse di quella felice serata, alcuni soci hanno deciso di dedicare tempo e risorse a un progetto di adattamento teatrale, rinunciando non so a quante rilassanti e piacevoli serate estive. Soltanto per questo andrebbero ringraziati: il tema del mio romanzo è proprio l’amore per le persone ma anche l’amore per ciò che si crea insieme agli altri, per ciò che una compagnia può fare, che sia portare anelli in giro per la Contea o dedicarsi alla recitazione. 
Luana Iacono e Alessio Albi all'opera
Potrei asserire che il teatro non è mai stato al centro della mia vita, avendo di fatto dedicato più tempo alla letteratura, alla filosofia, all’arte, al cinema o alla musica. Ma è ovviamente impossibile starne del tutto lontano, interessandomi alle suddette altre discipline, con cui di certo, con ognuna di esse, il teatro ha molto a che vedere: ed è stata acuta la regista Silvana Scrofani nell’individuare nel mio testo e nel leggere al pubblico alcuni brani che avevo dedicato al teatro, quasi che fosse destino che quel testo – e proprio quello, fra tanti altri che ho pubblicato negli anni  approdasse al teatro. Poiché comunque il tasso di insoddisfazione di un autore può essere assai più alto se il proprio testo è in mano ad amatori, con tutto il rispetto e la simpatia per gli amatori chiarita in apertura, la mia sorpresa è stata notevole nel constatare le loro ottime capacità espressive, che hanno concorso a fare dello spettacolo qualcosa di quantomeno dignitoso, per non osare termini più enfatici. Nei cinquanta minuti di un atto unico non era possibile condensare i tanti temi e i tanti personaggi del mio libro, ma le tre figure principali scelte per l’operazione, il mio alter ego Carlo Piras (interpretato con dedizione da Alessio Albi) e le due ragazze che lo pongono a un bivio fondamentale della sua esistenza (la Sofia di Ismenia Amari e l’istrionica Natalie di Luana Iacono), in qualche modo ne restituiscono l’anima, il cuore vivo e pulsante: i tormenti sentimentali di un giovane protagonista, un figlio unico ancora immaturo, alle prese con due donne tanto diverse quanto a loro modo affascinanti e sfuggenti, affascinanti forse proprio perché sfuggenti, ma soprattutto il bisogno disperato di amore che – in qualunque fase della nostra vita – è destinato a non cessare mai. 
Proprio per non scalfire in alcun modo la purezza della loro passione, ho preferito infatti, da autore del romanzo di partenza, farmi da parte, lasciarli liberi di giocare con il mio testo, di farlo proprio, di decostruirlo e ricostruirlo secondo la propria inclinazione, pur dando qualche indispensabile indicazione di massima. Probabilmente l’operazione non ha tolto o aggiunto nulla rispetto a quanto avessi già scritto nel romanzo: ma se ha convinto qualcuno ad andare più spesso a teatro o a comprare più libri (spero il mio, naturalmente, ma va bene lo stesso) e se ha spinto qualcun altro a porsi qualche domanda e a darsi anche qualche intelligente risposta, allora diciamo davvero che nel nostro piccolo abbiamo generato cultura. E scusate se è poco, di questi tempi.

lunedì 7 settembre 2015

"TUTTO QUELL'AMORE DISPERSO" DIVENTA UNO SPETTACOLO TEATRALE!

Sono felice di annunciare che l’11 settembre alle ore 19, nella stupenda ex Chiesa dei Cavalieri di Malta in via Gargallo, nel centro storico siracusano di Ortigia, andrà in scena l’adattamento teatrale di “Tutto quell’amore disperso” (Edizioni Il Foglio). 
Si tratta del primo allestimento scenico tratto da mia opera: si è potuto concretizzare grazie all’associazione “Per la città che vorrei” presieduta da Sergio Pillitteri. L’adattamento e la regia sono opera di Silvana Scrofani, luci e suoni sono a cura di Pino Cultrera, per quanto riguarda il cast è il giovane Alessio Albi ad incarnare Carlo Piras, alter-ego dell’autore, mentre Ismenia Amari e Luana Iacono interpretano le due ragazze a cui lui dedica le sue attenzioni e i suoi confusi sentimenti, la timida Sofia e la più disinvolta Natalie. 
Per chi fosse interessato ad assistere alla rappresentazione, è consigliabile (per non dire "obbligatoria" come recita la locandina) la prenotazione , da effettuarsi al numero 338/8033361. Il prezzo del biglietto è davvero minimo, 5 euro.

domenica 23 agosto 2015

IL 27 AGOSTO NUOVA PRESENTAZIONE AL LIDO VARCO 23 DEL PLEMMIRIO

Nuova presentazione di “Tutto quell’amore disperso” (Edizioni Il Foglio) il 27 agosto, nell’ambito della manifestazione dedicata al “bookcrossing”, pratica di scambio e circuitazione gratuita di libri ormai piuttosto consueta. Questa volta le tragicomiche gesta del mio protagonista Carlo Piras (iniziate nel precedente volume “Se avessi previsto tutto questo) sono state rievocate in un’ambientazione balneare, quella fornita dal Lido Varco 23 al Plemmirio. 
 La manifestazione, ideata da Simona Russo, coinvolge anche altre località balneari aretusee (come il Lido Terrazza della Fanusa e il Mizzika Cafè), nonché le librerie Gabò, Biblios e Mascali. Ad introdurre il mio romanzo con la solita simpatia e competenza, la scrittrice Maria Lucia Riccioli.


sabato 27 giugno 2015

SU "STATO QUOTIDIANO" SI PARLA DI CARLO PIRAS

Sul pugliese "Stato Quotidiano", diretto da Giuseppe De Filippo, è apparso ieri un articolo su "Tutto quell'amore disperso", ecco un estratto

“Tutto quell’amore disperso” è il romanzo con cui Carlo Piras dà un seguito alle vicende sentimentali di Carlo Piras, il quale, nel precedente “Se avessi previsto tutto questo” (edito, come quest’ultimo, dalle Edizioni Il Foglio), era una matricola universitaria alle prese con il proprio percorso di formazione nella Catania degli anni ’90. Adesso invece è nel bel mezzo della tempesta: sempre più a disagio tra professori iene e programmi didattici confusi, tra compagnie che lo sopportano ma di certo non lo supportano, ha appena mollato il suo primo amore, pensando che non fosse lei, Sofia, la persona giusta, salvo convincersi del contrario nel tormentato periodo successivo. Sembrava diversa, Sofia, e invece era simile, era anche lei una figlia unica con enormi problemi relazionali, appartenente a una generazione un po’ vacua, cresciuta in un apparente benessere, lei che cercava l’amore e mentre provava a imporre la sua personalità, spingendola ai limiti dell’intolleranza verso l’altro, proprio come Carlo. 
Ha scritto Marina Bisogno su “Satisfiction”: “Luca Raimondi va alla scoperta di una generazione all’alba della crisi. L’atteggiamento numero uno è l’ironia, non senza una certa fede nel domani. Questo romanzo è uno spasso: intrattiene, diverte e solleva un sacco di domande: chi siamo? cosa ne è stato di quel che volevamo essere?”. 
L’ironia era già il registro che caratterizzava lo stile di Raimondi nel precedente romanzo: ma lì Carlo era raccontato in terza persona e il narratore sembrava divertirsi non poco a prenderlo in giro. Qui la scelta di entrare nella soggettiva di Carlo, grazie all’uso della più diaristica prima persona, rende più tenue l’ironia, i sentimenti e le inquietudini prendono spesso il sopravvento, il confronto con l’Università si fa ancora più cattivo e sarcastico (i professori sembrano essere quello che erano il Gatto e la Volpe per Pinocchio più che maestri Perboni). Lo sfortunato mondiale di Calcio del ’98, con la palla che Di Biagio stampa sulla traversa durante la lotteria dei rigori dando via libera alla Francia, è la metafora perfetta di certe sconfitte che fanno male ma che, come la storia del calcio insegna, lasciano anche il posto a possibile rivincite (come sappiamo l’Italia si rifarà nel 2006 battendo la Francia proprio ai rigori nella finale di Berlino). E Carlo proverà l’improbabile riscossa, che, come nel calcio, a volte può farsi attendere anche a lungo.

venerdì 26 giugno 2015

OSPITE DELLA TRASMISSIONE TV "DOLCEAMARO": LA PUNTATA INTEGRALE

Potete visionare, cliccando sul link a seguire, la puntata integrale della trasmissione "DolceAmaro", in onda su Video Mediterraneo il 9 giugno e che mi ha visto apparire in qualità di ospite nella prima mezz'ora.
Brillanti conduttori, Alessandro Baglieri e Rossella Scribano.

martedì 9 giugno 2015

STASERA OSPITE A "DOLCEAMARO", IN DIRETTA SU "VIDEO MEDITERRANEO"


Stasera sarò ospite del programma Tv DolceAmaro, nella sua versione "Night" in onda in prima serata, in diretta su Video Mediterraneo alle 21, canale 11 del Digitale terrestre, visibile anche su Sky (canale 823) e in streaming sul sito internet. Ovviamente parlerò anche e soprattutto di "Tutto quell'amore disperso".

lunedì 25 maggio 2015

A TAORMINA, OSPITE DI "SPAZIO AL SUD"

Sabato 23 maggio ho presentato "Tutto quell'amore disperso" presso la "Sala Naumachie" dell'Hotel Isabella di Taormina. Una nuova tappa del mio "Tour" offertami dall'Associazione Arte & Cultura presieduta da Maria Teresa Papale e sponsorizzata dall'Associazione Albergatori di Taormina e patrocinata da partners di rilievo quali il Comune di Taormina, Taormina Arte, “Associazione Imprenditori Per Taormina, “Gais Hotels Group”, e vede la collaborazione dell’associazione culturale calabrese “Piazza Dalì”. Si trattava di un evento inserito nel ricco cartellone di "Spazio al Sud", un caffè letterario che ha già ospitato colleghi illustri e venerati, tra gli altri Massimo Maugeri e Luigi La Rosa. Ne è scaturita una piacevolissima conversazione con Milena Privitera (che qualche tempo fa aveva ben recensito il mio romanzo su "Pickline": http://www.pickline.it/2015/02/16/lultimo-romanzo-di-luca-raimondi-tutto-quellamore-disperso/194956) che ha toccato davvero tutti i temi che mi stanno a cuore...una "Vita & Opere di Luca Raimondi" molto piacevole per il pubblico, da quanto ho potuto carpire dai loro volti. 


martedì 12 maggio 2015

IL PREMIO "SIMONE TASCA 2015": LA MOTIVAZIONE E LE FOTO


L'8 maggio, al Cine Teatro Antidoto di Gela, mi è stato consegnato il "Premio alla Cultura Simone Tasca 2015" con questa motivazione: "Quasi un ventennio di attività culturale intensa e dedicata all'espressione dei contenuti della fantasia in forma di opere letterarie, saggistiche e narrative. Luca Raimondi rappresenta un'eccellenza nel panorama della cultura in Sicilia. Le sue numerose pubblicazioni esprimono l'esito della riflessione sul mondo, sulla storia e sulla fantasia. Per il suo valido contributo, il Premio della Cultura Simone Tasca vuole fare rilevare la bellezza, l'impegno, l'interesse per la letteratura di Luca Raimondi. Ogni lettura è una nuova prospettiva per lo scrittore che non lascia nulla di scontato, ma è capace di guardare alle azioni e alle reazioni delle emozioni con la capacità di evocare immagini e sfuggire gli errori. Fornendo un'espressione letteraria garbata, in un equilibrio tra originalità ed eleganza, Raimondi ha presentato negli anni un lavoro degno di lode e apprezzamento. Per queste ragioni la commissione del premio ha deciso di assegnare allo scrittore siciliano il premio della cultura Simone Tasca."
A seguire, l'articolo dal roboante titolo che mi ha dedicato "La Sicilia" e alcune foto relative alla serata di premiazione.


giovedì 7 maggio 2015

"PREMIO SIMONE TASCA 2015", L'8 MAGGIO LA PREMIAZIONE A GELA

Venerdì 8 Maggio alle ore 18:30, presso il Cine Teatro Antidoto di Gela, saranno assegnati i premi nell'ambito del concorso letterario intitolato alla memoria del Preside Prof. Simone Tasca. Il “Premio alla Cultura” andrà al sottoscritto.
Nella serata, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Gela e dal Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”, si discuterà con Anita Lo Piano, Presidente del comitato locale CRI di Gela, sul tema "L'eco dei tamburi nelle notti insonni: uomini in abiti senza nome". Riceveranno inoltre i premi gli studenti del Liceo Scientifico, dell'Itis e degli I.C.S. Verga e Quasimodo che si sono posizionati ai primi posti del concorso letterario. Alla serata presenzieranno anche il Sindaco di Gela, Angelo Fasulo, il Presidente del Premio, Andrea Cassisi, nonché Lorena Scimè, Presidente della Commissione Letteraria.

venerdì 1 maggio 2015

PRESENTATO IL ROMANZO DI ROBERTO MOLITERNI "ARRIVEDERCI A BERLINO EST"

Giovedì 30 aprile alle 18:30 ho introdotto, presso la libreria Biblios Cafè, la presentazione del romanzo Arrivederci a Berlino est di Roberto Moliterni, scrittore e sceneggiatore nonché vincitore, con questo libro, della terza edizione del premio letterario Rai La Giara. Arrivederci a Berlino Est trascina il lettore in un intenso intreccio di eventi che vanno dalla guerra in Albania alla caduta del Muro, travolgendo il Titta, un siciliano che ha più volte cambiato nome e identità nel corso della sua vita e che è finito a trascorrere le giornate in una piccola pensione della città divisa, ormai rifugio di spie che vengono da ogni parte del mondo. Il protagonista vive sospeso tra un passato scomodo e l'amore per una donna che non riesce a dimenticare. 
Roberto Moliterni, senza sacrificare il ritmo proprio di un noir, riesce a penetrare e scavare i suoi personaggi, sempre in bilico tra il desiderio di scegliere il proprio destino o subire quello che la storia decide per loro. Il libro, che ha sconfitto più di 500 romanzi inediti pervenuti alle 21 sedi Rai di tutta Italia e si è aggiudicato la Giara doro, è una storia che intreccia amore e spionaggio, ripercorrendo un vasto arco di tempo che va dalla seconda guerra mondiale alla caduta del muro.
Moliterni riesce a governare bene il complesso intreccio degli eventi, a trascinare il lettore per le vie di Berlino est, a fargli sentire le sue strade come una grande gabbia, a fargli respirare il clima di quegli anni dalla Bulgaria alla Praga della rivoluzione, con una scrittura capace di ricreare tutti i colori delle diverse fasi attraversate dal suo protagonista: dai toni forti e intensi della gioventù inconsapevole e idealista, a quelli cupi di una maturità disillusa, a quelli grigi di una vecchiaia rassegnata con un cuore solo apparentemente in inverno. Una scrittura che, senza sacrificare il ritmo proprio di un noir, è capace di penetrare e scavare i propri personaggi restituendogli tutte le contraddizioni della vita vera. Il protagonista si chiederà continuamente se siano state le proprie scelte a condurlo là dove si trova, o se la Storia, il contesto, le origini, gli abbiano tracciato un'unica strada percorribile. Moliterni, con una scrittura mai banale, traccia un personaggio la cui amara consapevolezza ha il pregio di non essere dimenticata dal lettore.
Roberto Moliterni (1984) è cresciuto a Matera. Dopo gli studi in cinema, nel 2010 ha vinto il Premio Malerba per la sceneggiatura In prima classe. Ha pubblicato Fare un corto (Dino Audino Editore, 2012), collabora come rubricista a diverse riviste e ha un blog su "Donna Moderna". Ha ideato insieme a due amici le carte da gioco "Materane". Arrivederci a Berlino est è il suo primo romanzo.



mercoledì 22 aprile 2015

IL 21 APRILE OSPITE DEL "GOLD ELEPHANT WORLD" FILM FESTIVAL DI CATANIA

In quel di Catania, martedi 21 aprile, ho introdotto il film in concorso "Ida" di Paweł Pawlikowski (già vincitore del premio Oscar come miglior film non in lingua inglese) in apertura della sesta giornata del Gold Elephant World - International Film & Musical Festival. Grazie a Cateno Piazza per avermi fortemente voluto come ospite della sua prestigiosa manifestazione, giunta alla quarta edizione. 
La mia scelta di introdurre quel film è stata dettata dalla mia familiarità con i luoghi in cui è girato: mia moglie è originaria infatti di Łódź, e da anni mi reco periodicamente in quel "voivodato". Il film, pur ambientato nel 1962, restituisce molto bene le atmosfere di quei luoghi, dove è facile trovare zone urbane e rurali "di altri tempi".
Una sorpresa e un piacere trovare dietro la quinte anche il produttore, il regista e l'attore del film "Bolgia totale", con cui mi sono piacevolmente attardato. L'attore era il cèco (ma da anni di casa in Francia e in Italia) Ivan Franek, indimenticabile protagonista di "Brucio nel vento" di Silvio Soldini, ma i più ricorderanno più che altro il suo piccolo ruolo ne "La grande bellezza".

lunedì 13 aprile 2015

L'INCONTRO DEL 10 APRILE ALLA "CASA DEL LIBRO": IL RESOCONTO DI ANNA DI CARLO SU NUOVOSUD.IT

Molto piacevole l'incontro del 10 aprile presso La Casa Del Libro tra il sottoscritto, lo scrittore-filosofo Gianfranco Damico e la psicologa Marcella Cifali; non potrei resocontare l'evento meglio di quanto abbia fatto Anna Di Carlo per conto della rivista on line Nuovosud.it: 

"Raccontare di sé, della propria vita, dei propri ricordi è un atto liberatorio, catartico, terapeutico. Non a caso Luca Raimondi (nella foto) scrittore dalla personalità versatile, capace di conciliare l’ amore per la narrativa con l’ attività di pedagogista, affida la presentazione del suo ultimo romanzo Tutto quell’amore disperso, nella storica libreria siracusana Mascali, alla psicologa Marcella Cifali e allo scrittore Gianfranco Damico, life- coach e pragmatico filosofo del pensiero positivo, Come in una seduta terapeutica, la lettura semiseria e dissacrante di Damico e quella scientifica della Cifali, con arte maieutica, mettono a nudo l’ inquietudine esistenziale di Carlo Piras, il giovane studente universitario protagonista del Bildungsroman di Raimondi. Sullo sfondo di una Catania di fine millennio, attraversata da un attivismo febbrile e fagocitante, Carlo, novello Leopardi, insofferente nei confronti della cultura accademica e della vita mondana della città, è incapace di entrare in relazione con gli altri, paralizzato in una condizione di estraneità al mondo. A sottolineare le scaturigini della solitudine dell’io narrante è la dottoressa Cifali, che insiste sul leitmotiv del romanzo, il complesso del figlio unico: “Tutti quei giocattoli. Tutti quei giocattoli solo per me. Com’ero contento. Com’ero solo. Giocavo da solo. Ero contento da solo. Ero contento così. Ero triste così”. L’egocentrismo di Carlo è attestato dal prevalere del monologo interiore, dall’uso di un linguaggio cerebrale e dall’insistente ricorso a interrogativi che rimangono senza risposta. La stessa Sofia, oggetto di un amore sfumato in un sogno adolescenziale, vagheggiato fino all’ossessione e infine cristallizzato in un tenero rimpianto, non campeggia nella narrazione come protagonista: non le vicende esteriori dell’amore, bensì le ripercussioni di quelle nella vita intima del protagonista costituiscono la materia affettiva del racconto. La ricerca di senso e di identità è un percorso aggrovigliato, labirintico, doloroso. Ma è attraverso il dolore inevitabile della crescita che il disadattato Carlo, come il giovane James, protagonista del poetico Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron, supera la linea d’ombra che gli consente di diventare un adulto. Il romanzo è dichiaratamente autobiografico (per quanto la letteratura trasfiguri la vita sostituendosi sovente ad essa): “Ritornare con la mente su sentimenti vissuti tempo addietro, afferma Raimondi, ci fa capire il motivo di scelte che forse oggi non faremmo più. Andare alla scoperta di pezzi lontani, dimenticati della propria storia, significa conoscerci di più; cercare di comprendere strutture che ci sembravano senza forma, senza equilibrio, o senza coerenza; dare risposte a vecchie domande. Per questo, l’autobiografia è una forma di auto-formazione permanente”.
La solitudine di Carlo non è però individuale: vi si riconosce in essa un’intera generazione di giovani, eredi dell’impegno politico e civile degli anarcoidi padri sessantottini, affetti da quel che Massimo Recalcati definisce il complesso di Telemaco. Alla musica psichedelica, allucinata, ribelle della contestazione del ’68 si sostituisce quella degli anni ’90, colonna sonora dell’adolescenza di Carlo. Cosa rimane di tutto l’amore disperso? A fornire una spiegazione dei rimpianti che affiorano nelle parole dello scrittore interviene Damico “Il rimpianto è la presa di coscienza della nostra più profonda umanità e la liberazione dalla prigionia di quella fisiologica tendenza a cristallizzarci una soffocante rete di schemi fissi che alimentano la nostra sofferenza”. A chi dubitasse della necessità di assecondare l’urgenza impellente del nostro tempo di comunicare, di esplorare e di esplorarsi, di dare sfogo alla tristezza e una forma alla vita attraverso la scrittura, parafrasando lo scrittore Javier Marias, ricordiamo che esiste un’enorme zona d’ombra, in cui solo la letteratura è in grado di penetrare, non per illuminarla o rischiararla, ma per percepirne l’immensità e la complessità. La letteratura ci consente di comprendere un po’ meglio noi stessi e il mondo, che finiscono comunque per coincidere. E forse per questo ogni vita è degna di un romanzo."
ANNA DI CARLO


venerdì 27 marzo 2015

"IN PRINCIPIO SONO LE CAREZZE": IL 10 APRILE INCONTRO ALLA "CASA DEL LIBRO"

Il 10 aprile presso La Casa Del Libro converserò con lo scrittore Gianfranco Damico e con la psicologa Marcella Cifali; il mio tormentato alter-ego Carlo Piras sarà sottoposto a un'attenta analisi psico-relazionale!
Gianfranco è autore di tre libri, i primi due ("Piantala di essere te stesso" e "Il codice segreto delle relazioni") pubblicati con successo nella collana "Urra" di Feltrinelli, l'ultimo, "Logos evolution", da Melino Nerella. Libri di difficile definizione e catalogazione, a cavallo tra biologia, neuroscienza, psicologia e comunicazione...ma, è questo è il bello, nessuna pesantezza, nessuna zavorra intellettualistica e tanta, tanta, vita vissuta. Sono saggi anche molto divertenti e profondi, scritti benissimo. Ammiro tantissimo Gianfranco e sono onorato di averlo come "sparring partner" per quest'incontro.  Sono sicuro che, coadiuvati anche da una psicologa professionista come Marcella, riusciremo ad illuminare i tanti anfratti oscuri della complicata e tragicomica vita sentimentale di un figlio unico.


giovedì 26 marzo 2015

"SCRITTORI E SCRITTURE" AL BIBLIOS: LE FOTO

"Scrittori e scritture": orfani di Angelo Orlando Meloni e Taniele Zido (problemi familiari per il primo, aeroportuali per il secondo), io e Alberto Minnella il 1° marzo abbiamo risposto alle domande del critico Lorenzo Perrona e del pubblico presso il Biblios Cafè di Paola Tusa e Paolo Mastrangelo riguardo le nostre esperienze letterarie ed editoriali. Una bella serata, peccato non aver potuto schierare l'intera formazione.







mercoledì 18 marzo 2015

UNA RECENSIONE DI LINA LOMBARDO

Fa davvero piacere ricevere ogni tanto recensioni spontanee da stimati lettori. Lina Lombardo, autrice del bel romanzo "Il lato oscuro della luna", ne ha scritta una su Ibs.it. Dal 1988 fino al 2012, è stata esperta linguistica di Spagnolo presso la Facoltà di Lettere e di Lingue dell’Università di Catania. È scrittrice di racconti brevi e di poesie con i quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Pubblico la sua opinione sul mio blog con vero piacere, perché è pur sempre una bella soddisfazione avere lettori attenti e competenti come lei.
"Il romanzo di Luca Raimondi "Tutto quell'amore disperso" è la storia di un mancato incontro tra il protagonista Carlo Piras e una giovane studentessa: Sofia. 
Il personaggio maschile che rappresenta l'alter ego dell'autore descrive il malessere che lo attanaglia negli anni forse più difficili di un essere umano: l'ingresso nell'universo degli adulti e nello specifico il disorientamento che colpisce l'adolescente che da una piccola cittadina di provincia come Siracusa si trasferisce a Catania per studiare all'Università lasciandosi dietro la classica "campana di vetro" costruita dalla famiglia. Lo scrittore si serve di un linguaggio insolente e trasgressivo, con termini volutamente osceni, per esprimere la rabbia, la stizza di chi teme che i propri ideali possano fallire. Sul romanzo aleggia l'influenza dei "giovani arrabbiati" inglesi della metà del secolo scorso e della Beat Generation americana che rivendicano la libertà sessuale, l'amore per la musica rock ed il cinema; la possibilità di vivere una vita senza regole né limiti, per dirla alla Vasco Rossi "spericolata": fumo, alcol, sesso e droga. Ragazze combattute tra la morale bigotta provinciale e il desiderio di abbandonarsi a squallide avventure. La lettera mai spedita di Carlo del capitolo 13 equivale ad una dolorosa riflessione finale; si tratta di una sorta di catarsi per mettere ordine nei suoi pensieri. La sofferenza lo modella, smussa le asperità caratteriali e scompaiono in parte gli atteggiamenti arroganti che tanto hanno fatto soffrire colei che invano ripeteva "dammi del tempo"." (LINA LOMBARDO)

lunedì 9 marzo 2015

CARLO PIRAS METAFORA DI UNA GENERAZIONE? LA RECENSIONE DI "PICKLINE"

Segnalo (con un po' di ritardo, dato che è apparsa il 16 febbraio) una nuova recensione, stavolta a opera di Milena Privitera, sul portale di informazione "Pickline", diretto da Valerio Morabito.
Cito la parte più interessante dell'articolo, che potete leggere integralmente qui.
"Carlo di fatto è metafora della sua generazione, della generazione dei ventenni di fine millennio, aspiranti filosofi, ragazzi complicati, rockettari per hobby, attori teatrali dilettanti, cinefili impegnati in cortometraggi pretenziosi, attivisti di Rifondazione Comunista. 
Le loro sofferenze diventano più leggere grazie ai video di MTV, gli intramontabili CCCP – Fedeli alla linea, la militanza politica, Moretti, le vacanze a Ibiza, l’ascolto a tutto volume dei Verve. Ragazzi e ragazze che s’incontrano in gruppi di studio malassortiti e in luoghi cult di Catania come la “Fera ‘o luni” o il Monastero dei Benedettini. E Sofia come dice bene la quarta di copertina di questo romanzo-diario è “l’ennesimo, gradito giocattolo da distruggere. Per poi rimanere ancora una volta da solo e capire, finalmente, che no, non era bello così, non mi piaceva, vivere così. Che così dettava il bisogno derivato dall’abitudine, dalla consuetudine, di essere solo ma… non era bello, proprio no. Ho bisogno di lei, dello specchio che mi pone davanti per farmi notare la mia bellezza ma anche e soprattutto le cicatrici derivate dai miei errori”. 
In “Tutto quell’amore disperso”, Carlo/Luca ci racconta in prima persona del suo primo amore, di cosa significhi essere figlio unico, della fatica dello studio della “sophia” universitaria (filosofia), dell’amore per la musica soprattutto e per il cinema in un lungo memoire che ci spiega in maniera semplice come sia difficile crescere, maturare, trovare la propria strada. Come il mio alter-ego Carlo Piras, – dice l’autore- “fu proprio all’Università di Catania, sul finire degli anni ’90, che feci il mio primo tentativo di produrre un film, mai portato a termine: la sceneggiatura di quel film interrotto è riprodotta quasi fedelmente, in un vertiginoso gioco di specchi tra le mie vicende, quelle di Carlo Piras e la loro trasposizione artistica”. L’ultimo romanzo di Luca Raimondi è giocato tutto sulla memoria intesa come racconto del passato, un passato importante, vitale, un passato che ci ricorda ironicamente come saremmo potuti essere, diventare se e ma … Luca Raimondi, comunque, heideggeriano convinto ritiene che “il presente viene sempre dopo l’avvenire e che l’avvenire è l’origine della storia” per cui il passato, come i brani musicali che lo scandiscono, fa parte del nostro futuro della nostra Weltanschauung globale."