Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

giovedì 28 dicembre 2017

"L'IRRIVERENZA DEL CINISMO": SU "AMEDIT" DI DICEMBRE UNA RECENSIONE AL "GRANDE CHIHUAHUA"

Le recensioni più belle sono quelle del tutto inaspettate, che trovi su Google perché nessuno ti ha avvisato...sulla rivista trimestrale Amedit n. 33, disponibile anche in cartaceo, Gaetano Platania dedica un paginone all' "irriverenza del cinismo". La pagina a fianco è dedicata a Paul Auster e la cosa fa tremare le gambe.
La rivista è sfogliabile on line al seguente link: https://amedit.me/2017/12/23/amedit-n-33-dicembre-2017/



lunedì 18 dicembre 2017

"IL GRANDE CHIHUAHUA" RECENSITO SU "LANKENAUTA"

Dopo essersi occupato di "Cerniera lampo"; la critica di Luca Menichetti (pubblicata su "Lankenauta") si estende anche al nuovo capitolo della mia collaborazione con Joe Schittino:

"Mentre il Dino Armicula, co-protagonista di “Cerniera lampo”, tutt’al più lo potevamo definire un “teppistello contestatore”, qui le cose cambiano e si fanno apparentemente più cupe: “Uccidere soltanto perché si può fare. Per il gusto di farlo. […] Giovane universitario catanese, iscritto alla facoltà di Filosofia, di famiglia borghese, sceglie le proprie vittime vagando per le strade meno trafficate dei piccoli paesi limitrofi. Lo fa casualmente, senza alcuna apparente motivazione logica, sfogando in questo modo la sua follia omicida. Una violenza brutale e gratuita. Nessuna legge morale, civile o religiosa può impedirglielo. Al di là del bene e del male. In sottofondo la musica dei Beatles e al suo fianco il piccolo chihuahua Grande. L’incontro con l’intrigante Carmen F. Beretta, aspirante poetessa, incrinerà alcune delle sue certezze più profonde, spingendolo a scoprire una parte di sé che non avrebbe mai creduto potesse esistere. Ma chi è veramente Carmen?” (dalla quarta di copertina). Un epilogo che prefigura quindi un incrinare di certezze, anche se ai lettori più smaliziati potrebbe venire il sospetto che non sarà soltanto il protagonista del romanzo a rimanere disorientato. Eppure di pagina in pagina ci troviamo di fronte ad un serial killer in erba, nemmeno troppo turbato dalla stranezza dei suoi genitori e del suo ambiente borghese, che sfoltisce  l’umanità con distacco e con giustificazioni decisamente debolucce: “Perché uno non deve uccidere, se tanto si muore comunque?” (pp.52). Visti i precedenti la comparsa della misteriosa Carmen F. Beretta potrà far pensare ad una redenzione, ad una vendetta oppure ad una futura coppia tipo Frederick e Rosemary West, o Paul Bernardo e Karla Homolka. I due autori hanno invece scelto un epilogo alternativo ma perfettamente logico. Se tutto quanto raccontato dal protagonista potrà apparire sotto una luce diversa, rimangono comunque pagine scritte apparentemente con ambizioni più grandi rispetto il precedente “Cerniera lampo”. L’umorismo e il sarcasmo sembrano cedere di fronte al monologo delirante di un killer, al suo filosofeggiare da quattro soldi, compiaciuto dei propri crimini e nel contempo distaccato, come se fosse diventato quello che è più per la lettura distorta di Nietzsche che per la vicinanza di familiari e amici perversi e fuori testa.
Malgrado questa apparenza (o sostanza?) cupa e sanguinolenta, un linguaggio a volte volutamente sopra le righe, il romanzo, secondo noi, scorre piuttosto bene, tra assurdità adolescenziali, citazioni musicali e letterarie; e non annoia proprio perché, incalzando la curiosità del lettore, la presenza di questa Carmen F. preannuncia un ritorno ad atmosfere più umoristiche e soprattutto ad una svolta inattesa e ad una rottura rispetto l’ordinario uccidere di serial killer solitario. A ben vedere che Luca Raimondi e Joe Schittino abbiano voluto proporre uno stile parzialmente diverso, più ambizioso rispetto “Cerniera lampo”, ma alla fin fine senza abbandonare lo spirito che ha caratterizzato la loro opera d’esordio, in realtà lo si può sospettare fin dall’inizio. Per questo motivo le citazioni inserite a premessa del romanzo forse è il caso di leggerle alla fine."

La recensione la potete leggere integralmente al seguente link:


giovedì 23 novembre 2017

"IL GRANDE CHIHUAHUA MORDE": UN'INTERVISTA PER "SENZAUDIO"

In genere detesto essere intervistato, ma quando l'interlocutore è un collega divertente, stimolante e ricco di senso dell'umorismo come Angelo Orlando Meloni, sono davvero orgoglioso di condividere il risultato della nostra chiacchierata. Quando poi a pubblicare l'intervista è uno dei bookblog più affidabili e appassionati, "Senzaudio", ecco che un po' me ne vanto e vi invito a leggere l'intervista integrale al seguente link: 
Così Angelo introduce il romanzo mio e di Joe Schittino: "Un po’ Zeno (ma senza la sua ironia) e un po’ Bateman (ma senza i suoi piccioli), il giovine, malmostoso universitario protagonista de Il grande Chihuahua non si fa certo volere bene, di sicuro non come il duo Raimondi-Schittino e il loro monologo interiore. La voce degli autori, infatti, sostiene l’opera con brio e con coerenza, raccontandoci un campionario di efferatezze, meschinerie e filosofeggiamenti iper-adolescenziali fino al lirismo delle ultime, bellissime pagine, le migliori del libro, a mio modesto avviso."

Occhio! Per la prima volta accenno al nuovo, importante progetto previsto per gennaio, l'antologia "I signori della notte" da me curata...




venerdì 10 novembre 2017

RECENSIONE DI CLAUDIA SERMARINI SU "EXCURSUS"

Sulla rivista di attualità e cultura "Excursus" è apparsa una recensione di Claudia Sermarini, di cui riporto un estratto. La potete leggere in versione integrale al seguente link: http://www.excursus.org/grande-chihuahua-luca-raimondi-joe-schittino/.
"Con uno stile semplice, schietto e pungente, Luca Raimondi e Joe Schittino costruiscono una trama nuova e frizzante. I brevi capitoli, scanditi ogni tanto dalle quotidiane telefonate mamma-figlio, e il ritmo incalzante danno un senso di immediatezza e rendono scorrevole la lettura.
Quello che piace del protagonista è soprattutto la pazzia e la ribellione; ma il suo menefreghismo ed egoismo, come dimostrano le ultime righe del libro, vengono meno di fronte ad alcune descrizioni e sensazioni che celano una nostalgia di cose passate. Non c’è una motivazione psicologica o sociale dei comportamenti del nostro amato assassino; non è l’incapacità di amare e farsi amare e nemmeno il bisogno di vendetta. Semplicemente lui uccide per il gusto di farlo, ricordando solo una minima parte degli insegnamenti del padre: «Ho seguito alla lettera il suo insegnamento, soltanto che a un certo punto mi sono dimenticato quale fosse l’ostacolo da superare e sono rimasti solo i cadaveri utili a scavalcarlo».
È una storia semplice quella che leggerete, senza morale e saggi insegnamenti, ma vi farà divertire come pochi libri sanno fare. Al centro di tutto sono raccontate le peripezie di un personaggio assurdo che nonostante la sua stravaganza e immoralità ruba il cuore del lettore, il quale pagina dopo pagina si fa trasportare da questo vortice di immagini e “flussi di coscienza”."

giovedì 2 novembre 2017

"IL GRANDE CHIHUAHUA" SU "LA SICILIA"

Ieri, mercoledì 1 novembre, è uscito su "la Sicilia" un articolo di Mariolina Lo Bello sul romanzo mio e di Joe Schittino "Il grande chihuahua".  


IL ROMANZO UN "PO' FOLLE" DI SCHITTINO E RAIMONDI

Cosa spinge due giovani scrittori a buttarsi nel mondo della letteratura contemporanea, affollato di autori e produzioni che negli ultimi anni escono in libreria con molta più frequenza? È sempre più difficile creare qualcosa di originale, fuori dagli schemi, ma che soprattutto desti l'interesse del lettore. Luca Raimondi e Joe Schittino non si lasciano però intimorire dal mercato editoriale e hanno pensato di pubblicare un romanzo sopra le righe, un po' folle, come lo hanno definito loro stessi. «Dopo esserci ritrovati - racconta Luca Raimondi, scrittore e pedagogista classe 1977 - in occasione della riedizione di "Cerniera lampo", io e Joe Schittino abbiamo deciso di portare a compimento un'opera che giaceva imperfetta nel cassetto. "Il grande chihuahua" nasce da una revisione che è diventata una vera riscrittura in chiave rock, un urlo primordiale atto a descrivere un caso patologico in cui la malattia è più che altro un anticorpo atto a respingere una società omologata e senza prospettive. Abbiamo compiuto un folle connubio tra letteratura americana (Hunter Thompson, Salinger, Bret Easton Ellis) e nostrana (Giuseppe Berto, Tondelli e altri autori contemporanei) con ampie dosi di humour inglese alla Wodehouse (ma anche alla Stefano Benni). Nel calderone abbiamo buttato un po' di riferimenti musicali e qualche rimando di filosofia.
Abbiamo miscelato nostre personali reminiscenze - che del resto fanno parte di noi - ed è venuto fuori un frullato postmoderno spettacolare, che non vuole e non può annoiare il lettore, conducendolo sino a un finale a sorpresa che induce a rileggere e rivedere tutto dall'inizio, comprese le proprie convinzioni, come fosse un film di Shyamalan. Ognuno ha portato il proprio contributo, la personale visione delle cose che fa parte di un background culturale di ampio respiro. È proprio il libro che respira le nostre atmosfere, dall'università alle letture personali, alle musiche che hanno costellato la nostra vita. Il risultato è un romanzo immorale ma non senza morale: una risata e un po' di fantasia possono ancora salvare non dico il mondo, ma almeno qualcuno». 
Il protagonista non poteva non provenire dal mondo che appartiene agli autori, però con qualche differenza sostanziale. Giovane universitario catanese, iscritto alla facoltà di Filosofia, uccide soltanto perché si può fare. Per il gusto di farlo. E questa la motivazione principale che spinge il protagonista di questa storia, irriverente e venata di umorismo grottesco, scritta a 4 mani da Luca Raimondi e Joe Schittino. Tutto farebbe sembrare che si tratti di un ragazzo qualunque, di famiglia borghese, con un oscuro e torbido segreto: sveste i panni del giovane universitario e sceglie le proprie vittime vagando per le strade meno trafficate dei piccoli paesi limitrofi. Lo fa casualmente, senza alcuna apparente motivazione logica, sfogando in questo modo la sua follia omicida con una violenza brutale e gratuita. Non esiste alcuna legge morale, civile o religiosa che possa impedirglielo, al di là di qualsiasi idea sul bene e sul male. In sottofondo, la musica dei Beatles e al suo fianco il piccolo chihuahua Grande. L'incontro con l'intrigante Carmen F. Beretta, aspirante poetessa, incrinerà alcune delle sue certezze più profonde, spingendolo a scoprire una parte di sé che non avrebbe mai creduto potesse esistere...
MARIOLINA LO BELLO

sabato 30 settembre 2017

IL 21 OTTOBRE LA PRIMA DEL NUOVO ROMANZO "IL GRANDE CHIHUAHUA" (AUGH! EDIZIONI)

Ed eccolo qui, "Il grande chihuahua". Dopo aver festeggiato i primi vent'anni di "Cerniera lampo", ripubblicato l'anno scorso dalle Edizioni Il Foglio dopo la prima edizione del lontano 1996, io e Joe Schittino abbiamo ritrovato la voglia di collaborare e quindi ecco un romanzo inedito, sorto sulle ceneri di una bozza imperfetta e inconclusa rimasta per anni nel cassetto e che già aveva originato un mio mediometraggio semiamatoriale, "La sottrazione del tempo". Quello scheletro conteneva cose molto buone e dei riferimenti filosofici ancora e sempre attuali, su cui abbiamo posto la carne di un'opera al passo con la nostra attuale visione e concezione della letteratura. Abbiamo operato insomma una rilettura e riscrittura integrale che ha portato a un'opera del tutto nuova e diversa.
"Il grande chihuahua" uscirà a fine ottobre per la viterbese Augh! Edizioni (Gruppo editoriale Alter Ego) e il 21 sarà presentato "in casa", nei locali cioè della Mediterranea Art Gallery gestita da mio padre Raimondo. Introdurrà Mariateresa Asaro, brillante docente che fa parte della giunta della Consulta Civica di Siracusa, di cui mi onoro di essere uno dei soci fondatori e il cui ideatore e attuale Presidente è Damiano De Simone. Per l'occasione l'eclettico musicista Paolo Greco proporrà la sua musica basata sulle percussioni e su atmosfere magiche e rarefatte.



sabato 23 settembre 2017

"LO DICE IL MARE" ALLA BIBLIOTECA DI MADRID!

Il 29 settembre "Lo dice il mare", l'antologia curata da Barbara Panetta e pubblicata dalle Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi, approda persino a Madrid! Nella Biblioteca Eugenio Trías saranno presenti, oltre alla curatrice, Vito Candiloro, moderatore, ideatore e conduttore del Programma di Radio Frequenza Madrid; Barbara Teti, chitarrista e direttrice dell'Accademia di Musica Zarabanda e gli autori Elisabetta Bagli, Tommaso Franco e Patrizia Sorcinelli.
L'antologia contiene il mio racconto "Verso l'inverno".

martedì 18 luglio 2017

IL 25 LUGLIO "LO DICE IL MARE" ALLA PLAYA DI CATANIA

Il 25 luglio, ore 19,30, Barbara Panetta presenterà alla Playa di Catania (lido SableSablè) l'antologia "Lo dice il mare" (Il Foglio). Sarò presente anch'io in qualità di editor e di autore di uno dei racconti ("Verso L'inverno"). Il mini-tour di presentazioni proseguirà poi il 3 agosto, al Palazzo Crupi di Reggio Calabria.


domenica 11 giugno 2017

PRIME PRESENTAZIONI DELL'ANTOLOGIA "LO DICE IL MARE"

Sabato 10 giugno si è tenuta a Roma, presso la libreria Mangiaparole la prima presentazione dell'antologia "Lo dice il mare", curata da Barbara Panetta e che mi ha visto partecipe sia come editor che come autore del racconto "Verso l'inverno".
L'antologia sarà presentata domani 11 giugno anche a Bologna, presso la libreria Ubik.

"Venticinque autori raccontano il mare rendendolo protagonista di storie dai mille colori: dal turchese e cristallino della Sardegna al nero torbido e cupo di luoghi immaginari. I racconti, grazie alla forza delle loro ambientazioni, affrontano generi diversi, horror, fantastico, romantico, poetico, tutti da scoprire e leggere. Ogni contributo è corredato da una fotografia ideata dagli occhi attenti e sensibili di due artisti, grazie ai quali i racconti prendono vita prima ancora di essere letti. “Lo dice il mare” è un regalo all’arte della narrazione. Un’antologia per chi non si limita a guardare il mare ma desidera leggerlo con interesse e riflessione."

 IL MARE CHE RESTA di Luca Martini 
STANZE DI VETRO di Maria Silvia Avanzato 
NINA di Piergiorgio Pulixi 
VERSO L’INVERNO di Luca Raimondi 
IL GIORNO DOPO, IL MARE di Barbara Panetta 
DA UNA LINGUA DI MARE ALL’ALTRA di René Corona 
TRA LE BRACCIA DEL MARE di Tiziana Iaccarino 
FAT BOY di Alessandro Berselli 
ALLA DERIVA di Sacha Naspini 
CANTO PER ULISSE di Elisa Genghini 
IL CUORE ESPLOSO di Gianluca Morozzi 
LA PEDREÑERA di Elisabetta Bagli 
LETTERA DA LONTANO di Gordiano Lupi 
LAMA VINCE PIETRA di Fabio Mundadori
LA SIRENA ZOPPA di Francesca Viola Mazzoni 
IL PACCHETTO AZZURRO di Mara Munerati 
LA LEGGENDA DELL’UOMO SEDUTO SUL MOLO di Francesco Villari 
LA FIGLIA DEL MARE di Patrizia Sorcinelli 
MESSAGGIO IN BOTTIGLIA di Marina Atzori 
LE NOZZE FANTASTICHE DI ULIX E MORGANA di Filippo Sorgonà 
IL MARE DEL SILENZIO di Fabrizio Carollo 
ENDLESS SUMMER di Andrea Guglielmino 
LO SPAZIO DENTRO IL MARE di Massimo Padua 
ACCIDIA. OVVERO, UN’ESTATE DI CARTA di Andrea Broggi 
SOMMERSO di Tommaso Franco

lunedì 15 maggio 2017

"CERNIERA LAMPO" A GRAVINA DI CATANIA

"Cerniera Lampo" è stato presentato all'interno della rassegna "Primavera dei talenti di Sicilia" organizzata dall'associazione Omniarteventi che avrà luogo nella Sala delle Arti Emilio Greco, all'interno delle villa comunale di Gravina di Catania, in via Roma n. 61, dal 6 al 13 maggio, evento multiculturale che ospita una mostra di pittura e scultura, poesia e musica. L’incontro con gli autori si ètenuto venerdi 12 maggio, alle ore 18.







venerdì 14 aprile 2017

IL 21 APRILE AL BIBLIOS CAFE' DI SIRACUSA

Nuova presentazione aretusea di "Cerniera lampo" il 21 aprile presso il Biblios Cafè di Siracusa. A introdurre me e Joe Schittino un ospite d'onore, Gianfranco Damico, coach e formatore di fama, autore di numerosi saggi editi da Feltrinelli.
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lunedì 27 febbraio 2017

"CERNIERA LAMPO" RECENSITO SU "LEGGERE:TUTTI"!

Sul numero di gennaio/febbraio della nota rivista "Leggere:tutti", disponibile in edicola e anche in alcune librerie, William Bavone ha recensito "Cerniera lampo". Ecco cos'ha scritto: Il romanzo propostoci da Raimondi e Schittino si muove nella sua narrazione proprio come una cerniera lampo. Dapprima tanti tasselli di vita quotidiana distinti tra loro che condividono solo l’ambiente che li circonda. Ma poi ogni dente della cerniera finisce con l’avvicinarsi agli altri in un crescendo narrativo che giunge sino al suo epilogo di chiusura. Tante sfaccettature di personalità differenti che vivono in un’apparente quiete scolastica fatta di compiti scolastici maldestramente portati a termine. Nulla di tutto ciò lascia presagire come ogni cosa assuma un senso ben preciso all'interno di una storia che in breve scivola via senza lasciarsi mai cadere in banalità. 
La particolarità di questo testo è anche la tecnica narrativa: gli autori si dilettano in una narrazione a più livelli portando il lettore da una visione a tratti scenografica fino a vivere in prima persona quanto accade ai personaggi e da qui tornare alla più classica visione d’insieme ed in terza persona.
Un altalenare che per nulla disturba la lettura, ma bensì inchioda il lettore al testo fino all’ultima pagina. Cerniera lampo stupisce se pensiamo che trasforma vite comuni in un intreccio vertiginoso di concatenanti eventi causa/effetto che finisce con fare di ogni personaggio elemento imprescindibile della vita dell’altro. Testo raccomandato ovviamente, soprattutto per chi ama le letture rapide sì, ma di qualità e che non lascino spazio a banali trame narrative.

domenica 26 febbraio 2017

"CERNIERA LAMPO" RECENSITO SU "LIBERI DI SCRIVERE"

Sul blog "Liberi di scrivere" Federica Belleri ha ben recensito "Cerniera lampo"! Ecco cos'ha scritto: Una cittadina di provincia e il suo istituto alberghiero. Due ragazzi, Teo e Dino. Diversi, nel carattere e negli interessi. Si ritrovano nella stessa classe a partire dalla quarta. Questo è l’ultimo anno, quello della maturità. È il 1994. I due giovani non si parlano mai, occupano i lati opposti nella classe, ma le loro vite sono destinate a incrociarsi. Gli anni novanta ci ricordano gli 883, il programma Non è la Rai, le discoteche aperte di pomeriggio e le paninoteche viaggianti. Ci si trova a discutere di comunismo e di fascismo, di ragazze, di materie da studiare e di come superare al meglio un’interrogazione di Storia dell’Arte. Si affrontano gli attriti fra genitori e figli adolescenti. Si parla di insegnamento convenzionale e anticonformista. Ci si interroga sugli sbocchi professionali una volta usciti da scuola. Ci si muove attraverso l’istinto, fra una risata e un attacco di gelosia. Si vive nell’inquietudine, covando rancore. Il tutto è miscelato a dovere, con personaggi che paiono delle caricature e scene grottesche, pur nella loro semplicità. L’esercizio di scrittura dei due autori è ben strutturato. Dalla prima alla terza persona, ad una voce fuori campo che sembra riprendere alcune scene dopo un “ciak, si gira”. Per un risultato che crea movimento alla trama. Il finale è assolutamente inaspettato e invita alla riflessione sull’equivoco, sull’imprevedibilità degli eventi, sulle debolezze degli uomini. Davvero una lettura interessante che vi invito ad affrontare.
Ecco il link all'articolo originale: 
https://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2017/01/09/cerniera-lampo-di-luca-raimondi-e-joe-schittino-il-foglio-2016-a-cura-di-federica-belleri/

domenica 8 gennaio 2017

UNA RECENSIONE SU "LANKENAUTA"

Nuova recensione di "Cerniera lampo", stavolta su "Lankenauta", a firma di Luca Menichetti. Una testata fiorentina Una testata ideata "per difendere e sostenere la piccola e media editoria di qualità e di progetto, per tutelare la memoria di artisti rimossi o per restituire opere ingiustamente dimenticate, politicamente ostracizzate, mal o mai o irregolarmente distribuite".
Ne riproduco un estratto, rimandando al link originale http://www.lankenauta.eu/?p=9654 per l'articolo integrale:

"La vicenda (...) è raccontata evidenziando punti di vista diversi – monologhi dei diversi protagonisti, il distacco della terza persona – e ricorrendo “ad una grande varietà di stili”. Un approccio che fa pensare ad una sorta di divertito esperimento letterario, che poi probabilmente, anche al di là delle iniziali intenzioni degli autori, ha comunque rivelato non pochi aspetti sgradevoli presenti nella società incivile degli anni ’90. Il tono grottesco, che in qualche modo limita il rischio di immagini troppo stereotipate e che si ripropone tra i diversi punti di vista, corrisponde a queste finalità, che siano state o non siano state del tutto volute. E’ vero che Teo Nitschoji e Dino Armicula, due adolescenti molto diversi tra loro e che, pur studiando nello stesso Istituto professionale Timoleonte, nemmeno si conoscono – il primo un ragazzo studioso e decisamente tranquillo, il secondo un teppistello contestatore – sono i personaggi più presenti nel racconto, ma difficilmente potremo parlare di romanzo di formazione: in “Cerniera lampo” l’unica cosa che si forma davvero è un tragico equivoco. Due vite parallele che si incrociano loro malgrado con la crisi coniugale della giovane professoressa Lara Cuisi: una donna ammirata per la sua bellezza, odiata per la sua severità, ma soprattutto sposata ad un tal Gianfranco Perdigoni, ex carabiniere e scrittore nullafacente. Le disavventure di questi giovani straniti si dipanano appunto tra alcuni equivoci dall’esito forse letale e, prima di giungere ad una conclusione particolarmente drastica e imprevedibile, ci vengono raccontate in un contesto fatto di mentecatti ad ogni livello, di estremismi, di una televisione che sempre più rincoglionisce e di una politica che ormai ha molto a che fare con la televisione, di ambizioni artistiche, di teppismo di strada, di genitori che non sanno fare il loro mestiere e di insegnanti frustrati. Quindi non soltanto adolescenti inquieti – Teo, ripetiamolo ancora, ha molti interessi, è il primo trombone nella banda comunale di Ortygia, co-direttore del giornale della scuola; mentre Dino è uno scansafatiche arrabbiato che odia il padre fascista e i suoi amici nazistoidi – ma anche personaggi più maturi che vivono decisamente male la propria professione e la propria vita familiare. La professoressa Lara, come anticipato, ha le sue ragioni per non sopportare più la presenza di un marito che si crede un “precursore”, con ridicole velleità letterarie, autore soprattutto di orrendi racconti porno – horror e audaci poesie “sperimentali” in salsa giovanilistica (...) Alla fine ingenuità e frustrazione, complice l’ultimo equivoco, un trattato sul trombone, si incroceranno presumibilmente in maniera tragica. Il “presumibile” vuol dire un finale aperto che potrà spiazzare ma che forse era davvero il modo più coerente per concludere un racconto, in cui non sono estranei elementi surreali, tutto giocato sulla casualità degli avvenimenti e su un grottesco sempre attuale."

lunedì 2 gennaio 2017

IL 7 GENNAIO LA PRESENTAZIONE DE "IL DOPPIO SVANTAGGIO"

Si terrà sabato 7 gennaio 2017 alle 18, presso il Cineteatro Caterina di Rosolini, la prima presentazione ufficiale del libro di Maria Concetta Civello “Il doppio svantaggio” (Edizioni Il Foglio). L’incontro sarà moderato dalla prof.ssa Ignazia Iemmolo e vedrà come relatori il sottoscritto, che ha curato l'editing e la prefazione, e l’assistente sociale di Mantova Lucia Papaleo. 
Il saggio affronta una delle tante delicate questioni poste dall’emergenza immigrazione: la preparazione adeguata ai bisogni di chi porta con sé non solo il peso dello sradicamento e della povertà, ma anche quello della disabilità. La pedagogia interculturale, di cui in questo saggio si fa portavoce l’autrice, ha provato e prova a fornire risposte agli operatori, in particolare scolastici, che ogni giorno si confrontano con culture diverse, operando per l’inclusività: e ciò significa non solo rispettare l’altro, indirizzarlo nella scelta degli obiettivi da raggiungere, comprendere come metterlo nelle condizioni più idonee per poter realizzare il proprio progetto di vita, ma anche rendere migliore l’intera società, che dall’esclusione del “diverso”, dell’“anormale”, dell’ “estraneo” riceve danni tali da determinare l’involuzione e il regresso.
La ricerca della Civello segue la storia della diversità a partire dalla cultura, persino dal lessico utilizzato, che ha cercato adeguamenti nel tempo (handicap, disabilità, diversabilità, etc.), segnando una storia, anzi, tante storie, quelle dei repertori morali dell’umanità e dei loro immaginari sociali, fino al sempre provvisorio, ma intanto lieto, fine: l'idea preponderante è infatti oggi quello della diversità come valore e non come esclusione. Quest’idea è alla base della cosiddetta “pedagogia interculturale”, nel cui ambito di studi questo saggio può essere facilmente inquadrato. Una “pedagogia dell’essere” – secondo un’interessante definizione di Luigi Secco – al centro della quale è posto il soggetto nella propria interezza, a prescindere dalla cultura di provenienza. 
Maria Concetta Civello è nata e vive a Rosolini e ha trascorso la sua infanzia e i primi anni dell’adolescenza a Borgo Ticino, in provincia di Novara. Laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione, è stata impiegata presso l’USP di Rosolini dove ha svolto mansioni di accoglienza e informazione. Vincitrice di diversi concorsi a cattedra, nel 2007 ha lasciato l’impiego amministrativo per dedicarsi all’insegnamento nella scuola primaria.