Giuseppe Culicchia a proposito di "Cerniera lampo"

"Un romanzo che fa sorridere e riflettere"

Gianluca Morozzi a proposito di "Tutto quell'amore disperso"

"Un perfetto, equilibrato mix di musica di classe e donne complicate"

Renato Minore a proposito di "Se avessi previsto tutto questo"

"Una storia di forte identificazione in cui c’è sempre una partenza da affrontare, uno sradicamento nuovo che è ormai la condizione coscenziale di un’intera generazione."

giovedì 25 luglio 2019

RECENSIONE RACCONTO PER RACCONTO PUBBLICATA SU ALTRIMONDI.ORG

Su "Cose da altri mondi" (www.altrimondi.org), firmata da Roberto Azzara, arriva un'approfondita recensione racconto per racconto dell'antologia "24 a mezzanotte". Riporto l'inizio del lungo articolo, per leggerlo integralmente dovete cliccare qui: https://www.altrimondi.org/24-a-mezzanotte/
L’horror è una strada che la letteratura italiana ha battuto raramente, o meglio, che raramente è stata presa in considerazione, soprattutto se ambientata nel Paese del Sole e non nelle nebbiose brughiere inglesi. Eppure diverse eccellenti penne italiche hanno nobilitato il genere fantastico, ma perlopiù le loro escursioni sono considerate opere minori. Se c’è, comunque, un genere che accomuna tutte le culture a ogni latitudine è proprio quello horror. Vecchie credenze popolari, mostri e fantasmi sono patrimonio dell’umanità tutta. Paradossalmente, l’horror moderno ha le sue origini nel Secolo dei Lumi, l’epoca della vittoria della ragione e della razionalità sulla superstizione. Almeno alle origini, inoltre, prediligeva le ambientazioni e le atmosfere italiane. Il castello di Otranto (1764) di Horace Walpole, considerato il primo romanzo gotico, è ambientato nel Salento; L’italiano, o il confessionale dei penitenti neri (1797) di Ann Radcliffe a Napoli; parte della lunga saga di Varney il vampiro (1845-1847) è ambientata in Campania mentre Un mistero della campagna romana (1885) di Anne Crawford, rimanendo in tema di vampiri, nel Lazio. E allora, se loro ambientavano le loro storie nel Belpaese, perché questa sorta di idiosincrasia verso il genere e le location italiane? Forse perché Verismo o, ancor più, Neorealismo, da noi sono considerate parole sacre? Per esterofilia cronica del lettore (e dello scrittore)? Perché un’ambientazione italiana ci sembra troppo provinciale? Ma non è dalla provincia, come Lovecraft o King c’insegnano, che arrivano gli orrori più terrificanti?
Copertina 24 a mezzanotteE allora, per cercare di recuperare questo gap, ben vengano iniziative come quella rappresentata dal volume 24 a mezzanotte, recentemente pubblicato da Milena Edizioni. Si tratta di una raccolta di racconti firmati da ventiquattro autori italiani che ci portano in un particolare giro d’Italia. Un viaggio dal Nord al Sud, Isole comprese, nelle zone più oscure e nascoste del nostro Paese che a livello di potere evocativo nulla hanno da invidiare al New England fantastico di Poe, Lovecraft e King, alle periferie di Liverpool di Campbell e Barker, all’assolato Texas di Lansdale o di Hooper e alla nebbiosa Londra di mille altri autori.

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